Eto’o ha deciso di compiere una drastica quanto difficile scelta di vita. Addio al calcio che conta senza smettere però di contare. L’ingaggio ventilato da parte della sua nuova squadra presuppone doti aritmetiche degne di un vero campione.

Il Futbol’nyj Klub Anži non è certamente un top team eppure è riuscito a strappare il più forte centravanti che abbia vestito la maglia dell’Inter degli ultimi 30 anni. Qualcuno potrebbe pensare a Ronaldo come pretendente a questo titolo, ma se si pensa all’impatto e al rendimento del brasiliano è indubbio che Eto’o abbia tutti i requisiti per fregiarsi di questo onore.

Quello che sorprende è l’apparente passività dell’Inter di fronte alle offerte che venivano dal Daghestan (sì, proprio così: dal Daghestan). Capisco il tanto sbandierato fair play finanziario, capisco che certe offerte non si possono rifiutare e capisco pure che certi giocatori bisogna venderli quando hanno ancora mercato, ma non capisco quale strategia stia dietro tutte queste considerazioni.
Insomma, smantellare la squadra che ha vinto tutto per costruire che cosa? Forse per rimpiazzarla con una rosa piena di giocatori di seconda fascia che provengono – coerentemente – da squadre di seconda fascia?

La querelle estiva del cambio d’allenatore lasciava presagire una miope navigazione a vista e successive nozze con i fichi secchi. L’ottimismo della volontà mi porta a considera gli aspetti positivi della cosa: adesso so dove si trova il Daghestan e che c’ha pure delle squadre di calcio.

Speriamo.