La maggioranza promette la riduzione, l’opposizione minaccia addirittura il dimezzamento dei parlamentari e io ho un dubbio che mi attanaglia.

E se la cura fosse peggio del male?

Se paragoniamo la crisi che stiamo vivendo ad un’epidemia, com’è possibile che tra le cure viene indicata la riduzione del numero dei medici?
Insomma, durante una pandemia nessun direttore sanitario richiederebbe la riduzione del personale medico. O no? Se la nostra classe politica fosse rappresentativa delle menti migliori del paese occorrerebbe un numero doppio di parlamentari per affrontare nel modo più efficace questa emergenza. O no?

Promettere, minacciare, richiedere una cosa del genere è un riconoscimento implicito dell’inutilità, se non della dannosità, della politica. Sfoltire il parlamento è qualcosa da fare perché la crisi lo richiede, perché contribuisce alla soluzione di un problema, oppure è tra le cause stesse del dissesto in cui vive il Paese?

Altro dubbio. Che grado di credibilità potrà mai avere una proposta del genere, partorita durante un agosto rovente, in fretta e furia e dopo 20 anni (per limitarci alla sola cosiddetta Seconda Repubblica) di frenetico immobilismo? Ma questi in un fine settimana rendono possibile quello che è sembrato impensabile per almeno due decenni? Ma andiamo!

Ipse Dixit.

PS: È evidente che il numero del nostro personale politico deve essere ridotto. Perché è esagerato, perché è vergognosamente eccessivo e comicamente sopravvalutato, non perché la crisi lo richiede. Era una vergogna prima e lo è adesso. Punto.

È però altrettanto evidente che non si farà.